"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Crescere o migliorare?

26.10.2008 20:04

La nuova economia deve ripartire dalle relazioni sociali

«Terra Madre pioniera di un cambiamento»

 

Si è svolto ieri alle 18,00 nella affollata Sala Gialla del Lingotto Fiere di Torino l’incontro “Crescere o migliorare”, una delle conferenze del ciclo “Terra Madre incontra il Salone del Gusto”. La tavola rotonda, presieduta da Gianluca Brunori, docente di economia della Facoltà di Agraria dell’Università di Pisa, ha visto, tra gli altri, la partecipazione del Presidente di Slow Food, Carlo Petrini, il quale ha ribadito ancora una volta la necessità di ripartire dalla Terra per vincere la crisi.

 

«Se lo stile di vita occidentale fosse esteso al mondo intero, avremmo bisogno di tre pianeti». Le parole di Mauro Bonaiuti, docente di economia presso l’Università di Bologna, offrono una visione ben chiara di quanto la crisi economica di queste ore sta portando allo scoperto. Secondo l’economista Loretta Napoleoni, il sistema occidentale semplicemente non funziona e «crescere o migliorare non è una domanda ma una necessità» e per migliorare occorre una riduzione della distanza tra produttore e consumatore.

 

Come ricorda Stefano Zamagni, docente di economia dell’Università di Bologna «la globalizzazione ha fatto rinascere l’interesse per il territorio, in controtendenza a quanto preconizzato dai policy makers degli anni ‘80» e questa risposta diventa più forte attraverso la riscoperta della reciprocità, delle relazioni sociali. L’economia deve, insomma, ripartire dall’antropologia. «La crisi finanziaria dimostra che ciò che viviamo non è crescita ma forzatura della realtà» dice Giorgio Vittadini, docente di Statistica presso l’Università di Milano Bicocca, aggiungendo che la crisi principale tra quelle succedutesi negli ultimi mesi è quella della fiducia. E non potrebbe che essere così, visto che in pochi anni il ceto più basso del Regno Unito è passato dal possedere il 12% delle ricchezze a solo l’1%. Unica risoluzione resta, dunque, lo scambio di anime, come sottolinea Andrea Segré, Preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, secondo il quale se lo spreco è considerato un fallimento del mercato, l’unica via d’uscita ipotizzabile è il last minute market in cui il prodotto viene acquisito dal consumatore senza potere d’acquisto.

 

La teoria studiata da Segré porta, dunque, a riflessioni ben precise che trovano una efficace sintesi con Zamagni: «Ulisse e Orfeo sono i due modelli principali della razionalità, l’uno che si fa legare all’albero maestro della nave per non essere incantato dalle sirene, costringendo gli altri a tapparsi le orecchie, l’altro che mescola il canto delle sirene al suono della sua cetra. Il primo non è un uomo libero, il secondo sì». Il mercato locale deve, dunque, unirsi per trovare la forza di costruire il futuro ed ascoltare il canto delle sirene senza rimanerne vittima.

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