"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Diario di cinque sensi al cuore di Terra Madre

25.10.2008 11:02

La strada maestra di Terra Madre supera le mura del Lingotto Fiere di Torino. E non solo metaforicamente. I suoni di Terra Madre, infatti, coinvolgono, avvolgono e travolgono tuti i sensi, costruendo un ritorno alle radici del cibo che privilegi sempre più l’esperienza, attraverso la vista, con gli abiti e i volti dei protagonisti, il tatto, con le percezioni offerte dai mercati improvvisati, l’olfatto, con gli odori dai cinque continenti e, ovviamente, il gusto.

 

L’udito, da sempre protagonista dell’incontro delle comunità grazie alle molteplici lingue che da barriere diventano ponti, si arricchisce quest’anno di ritmi, voci e suoni dai campi di lavoro e dalle occasioni di festa, portando a Torino l’anima di una ritualità sociale molteplice, depressa dall’egemonia globalizzante, ma più che mai viva. Oggi e qui.

 

Il volto di chi percorre i pochi metri a cielo aperto che uniscono/dividono il Salone del Gusto da Terra Madre cambiano espressione e si caricano di calori e di colori grazie ai quali non esiste più ospite o protagonista ma solo comunità. E le conferenze diventano dialoghi: la magia di Terra Madre è questa.

 

Basta un sitar, una corda di chitarra, un tamburo, un flauto o un violino per illuminare il cielo sopra Torino: non possono le parole racccontare la musica, solo le emozioni. I mille campanili d’Italia con i Caricata e gli Encelado Superbo, la Russia con i Raduniza, la Spagna di Lluis el Sifoner e la Scozia dei Croiterian Chams Cross, Capo Verde con Era um vez um boi e gli USA dei Checkered Past si susseguono senza sosta sui cinque palchi di “non-stelle” allestiti per l’occasione. E si confondono, si mescolano, si rimuovono e si rafforzano, perché «non è chiudendo le barriere ma aprendoci allo scambio che riscopriamo l’identità» (Carlo Petrini)

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