"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Intervista doppia a Gigi La Monaca (direttore Radio Città Benevento) e Antonio Ruggieri (direttore Il Bene Comune)

14.07.2009 16:03

1. NOME, COGNOME E SOPRANNOME Gigi La Monaca (G) – Giggetto Antonio Ruggieri (A) – non ce l’ho un soprannome 2. COME AVRESTI VOLUTO CHIAMARTI? G: Angelo A: Sebastiano 3. ETA’ G: 55 e un po’ A: 55 compiuti l’altro giorno G: Se stavamo giocando a briscola, avremmo detto che ‘a miso ‘o punto 4. STATO CIVILE G: Separato… Separato A: Sposato 5. COS’E' LA CITTA’? G: Un luogo da vivere. Dovrebbe essere un luogo migliore da vivere. A: Una disperazione in progress 6. PROFESSIONE G: Giornalista o giornalaio A: Giornalista 7. COS’E’ IL BENE COMUNE? G: Il Bene Comune è quello che dovrebbero rispettare tutti e sapere che c’è un comandamento, un comandamento molto vicino alla chiesa che dice “non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te”. A: Il Bene Comune è il convincimento che quello che è di tutti non è vero che non è di nessuno, ma è il convincimento di una proprietà etica prima ancora che materiale di un mondo che è allo stremo e che attraverso questo convincimento c’è una possibilità di salvezza. 8. DICCI QUALCOSA SUL SANNIO G: Sul Sannio? Popolazione fiera ma peccato che risale a più di 2000 anni fa. A: Incapacità di camminare insieme, l’orgoglio talvolta e la fierezza si traduce si traducono in una specie di splendida solitudine. 9. COSA NE PENSI DELLLA TV? G: Ne pensavo tanto bene prima che arrivassero certe televisioni. A: Direi che la televisione è come una siringa. Dentro ci si può mettere l’eroina o il cardiotonico. E la conseguenza è sotto gli occhi di tutti. 10. COS’E’ LA COMUNICAZIONE? G: La comunicazione dovrebbe essere quella cosa che fanno i giornalisti, specie in via d’estinzione, e che dovrebbe raccontare i fatti in modo asettico in modo da far ragionare la gente con la propria testa e non con quello che si vuole far credere. A: La comunicazione è l’emergenza della nostra condizione contemporanea, è la più grossa minaccia votata alla democrazia così come la percepiamo attualmente. 11. L’ITALIA È UN PAESE LIBERO? G: Assolutamente no A: Assolutamente no   12. COSA DOVREBBE RACCONTARE UN GIORNALE? G: I fatti che succedono, fare un po’ di cultura e soprattutto farsi acquistare. A: Parafrasando Saviano, direi: «Se La Repubblica e il Corriere della Sera unissero la redazione centrale nella Locride o a Palermo forse racconterebbero qualche cosa di diverso». 13. COME CHIAMERESTI UNA TESTATA GIORNALISTICA? G: Città … La Città!! A: La Città è uno splendido titolo... Comunità, forse Comunità. 14. COSA DOVREBBE RACCONTARE UNA FOTOGRAFIA? G: Raccontare? Assolutamente niente, deve essere interpretata. Perché la fotografia è un attimo che ferma il fotografo e poi quest’attimo dovrebbe essere condiviso ma non necessariamente l’immagine che vede il fotografo. A: Moltissimo… A me è capitato ultimamente di vedere una fotografia e sono rimasto molto colpito, l’immagine degli operai della Thyssen Krupp. Si aveva l’impressione di guardare delle facce che normalmente non si vedono in televisione, che non passano al trucco prima di essere viste ed erano facce che non chiedono un aiutino per risolvere la loro vita, erano facce di persone normali che raccontano normalmente di svegliarsi alle quattro del mattino per prendere l’autobus e andare a lavorare otto ore. Tutto questo non fa parte normalmente della televisione. 15. E IL CINEMA? G: Il cinema… non è facile. Il cinema spazia in tutti i campi, come fai a dire che cosa dovrebbe dire? Dovrebbe essere salotto dove vedi i film, una pellicola e dovrebbe lasciarti dentro qualche cosa. A: Il cinema è nel nostro paese. Parlo del cinema italiano. Io annoto, come sottolineava anche Marco Giusti qualche tempo fa, che il cinema di un fatto così importante ed eclatante nel vissuto del nostro paese come Berlusconi - potrei dire “nel bene o nel male” ma mi trattengo - se ne è occupato solo attraverso un’inquadratura di Marco Tullio Giordana, ne la Meglio Gioventù. Era un’inquadratura a campo lungo. E per Il caimano di Barbagallo. Il cinema, quello glorioso, del nostro neo-realismo che ha fatto la storia del nostro paese, ormai ha perso qualsiasi contatto con la realtà e questo la dice lunga su come siamo messi rispetto alla comunicazione. Insomma, non c’è nessun film, nessun Berlusconi, che è importante in questo paese negli ultimi 15 anni. Il rapporto con gli Stati Uniti è che, mentre era presidente Bush, Michael Moore fece Fahrenheit , e Bush ha vietato in tutti modi di farlo vedere agli americani.   16. COSA DIRESTI AD UN GIOVANE CHE VUOLE DIVENTARE NARRATORE DI NOTIZIE? G: Innanzitutto deve dire quello che sente dentro, di cacciare fuori i suoi contenuti, la sua cultura, i suoi sentimenti, se questo è visto da un punto di vista sentimentale. Se è visto sotto l’aspetto pratico di lavoro, gli direi: «comincia a lasciare il Sannio». A: Di appellarsi al suo più radicato e radicale spirito di sacrificio.

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