"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Mary Poppins

13.09.2008 00:00

Un caso relativamente recente di “caccia alle streghe” con risvolti anche in Italia è quello del personaggio di Mary Poppins, nata dalla penna di ben cinque opere della scrittrice australiana Pamela Lyndon Travers e trasposto per il cinema dalla Walt Disney, con l’interpretazione di attori del calibro di Julie Andrews e Dick Van Dyke. Ora, è noto a tutti, grazie anche ai noti studi di Vladimir Propp, che la nascita delle fiabe ha in ogni tempo avuto intenti didascalici e iniziatici, spesso poi distorti a partire dal Positivismo e dall’età vittoriana. Ovviamente, con la nascita del cinema e la possibilità di effetti speciali, il tema delle streghe ritorna e lo fa ancor di più negli ultimi anni, spesso leggendone il senso di saggezza. Le produzioni della Walt Disney, tralasciando la biografia stessa del noto autore, hanno sempre avuto analogie e rimandi esoterici, erotici e, più complessivamente, iniziatici. Basti pensare alla Maga Magò de “La spada nella roccia”, alla fata di “Cenerentola” e, ovvio, a Mary Poppins.

Pamela Lyndon Travers è figlia di una donna che cade vittima della depressione quando lei era poco più che adolescente. In quel periodo, nel 1935, scrive il suo primo racconto su Mary Poppins, il quale ebbe una fortuna simile ad Harry Potter. I suoi personaggi sono già molto interessanti in termini di “caccia alle streghe” a partire da Jane Banks, la suffragette, la “mamma/non mamma”, alter ego “terrena” della celebre tata. La visione “stregonesca” della protagonista è talmente forte che il quotidiano Avvenire, organo di comunicazione della Conferenza Episcopale Italiana, nel 1995, all’indomani della trasmissione del film su RaiUno, pubblicò un articolo del famoso militante cattolico Massimo Introvigne, fondatore del Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR) ed oggi anche del CESPOC (Centro studi sulla popular culture), dal titolo: “Mary Poppins fata o strega?”. L’articolo partiva dai rapporti della "madre" di Mary Poppins con il "misterioso esoterista russo armeno" George Ivanovitch Gurdjieff, spiegando che “più che una semplice governante umana siamo di fronte a una insospettabile, straordinaria, esoterica governante”. Da alcuni, il testo di Introvigne è stato visto come una decisa e pesante accusa: dietro la maschera bonaria della domestica tuttofare si celerebbe in realtà una creatura inquietante, con tratti addirittura satanici. 

 

“L'interpretazione di Introvigne – secondo Bianca Pitzorno, autrice di libri per ragazzi - non è una novità. Anzi, sicuramente è figlia del saggio del 1978 dello studioso svedese Staffan Bergsten “Mary Poppins tra mito e realtà”, in cui si parla chiaramente del personaggio come una mediatrice dall'Aldilà. Poppins appartiene a un altro mondo, su questo non ci sono dubbi. Soltanto lei, tra gli adulti, è in grado di capire il linguaggio dei neonati, che a loro volta parlano anche con gli animali e con le stelle. Tuttavia non arriverei a parlare di lettura esoterica bensì di una interpretazione molto più profonda. Da alcuni critici, Mary Poppins viene addirittura chiamata Sciamano”.

 

A chiosa di un articolo di critica a quello di Introvigne, apparso sul Corriere della Sera e firmato da Antonio Troiano, compare una citazione dello scrittore Roberto Denti, per noi di grande valore:  “Altro che Mary Poppins personaggio esoterico, a me sembra soprattutto magico. Fantasticamente magico. Tutto qui”. Già, ma cosa educa ai bambini? Non rimette a posto la stanza se non con trucchi magici, non li fa studiare, da una medicina che ha tutto l’aspetto di una pozione. Vi sono, poi, due affermazioni straordinarie. La prima: “Cosa mi accadrebbe se volessi bene a tutti i bambini cui ho detto addio?” (non amore) e la seconda, detta dal suo manico d’ombrello: “Hanno più stima del padre che di te” (matrilinearità). Un’ulteriore riflessione viene anche dal sale che Van Dyke si butta dietro le spalle durante una scena, apparentemente senza alcun motivo, ma il film è ricco di riferimenti interessanti. La domanda per ritornare alle nostre janare, però, è: qual è la differenza tra magia e fantasia? Solo una questione letteraria?

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