"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Matrix e la democrazia: Napoli e Milano mai così vicine

27.05.2011 12:30

In principio era il Duomo. Quello di Milano, s’intende.

La “bela Madunina” invocata con voce soave dall’aquila di Ligonchio nel tanto atteso concerto di chiusura della campagna per la riconferma di Letizia Moratti a Sindaco stavolta però non c’entra.

Il Duomo in questione è qui riferito alla (pesante?) statuina scagliata qualche tempo fa da un mai meglio definito presunto oppositore del Presidente del Consiglio dei Ministri della Libertà armato, secondo la buona stampa fascista, almeno idealmente, dai figli delle BR, alias “toghe rosse”.

Poi gli attentati cominciarono a diffondersi a macchia di leopardo, colpendo le cantine della Lega e del PdL, quasi al pari di Al Qaeda nei pressi delle Twin Towers e finirono addirittura per toccare il direttore di Libero, Maurizio Belpietro. Il quale, con tutto il rispetto, non assomiglia neppure un po’ a Giancarlo Siani.

Sorvoliamo pure sui dubbi del sangue del Premier (Berlusconi potrebbe essere Iron Man in incognito) o sulla mirabolante dissoluzione dell’attentatore di Belpietro (per quanto ne sappiamo, avrebbe potuto trattarsi anche dell’ectoplasma di Matteotti, vittima del contrappasso dantesco) e giungiamo ai giorni nostri.

 

Giusto due settimane fa, a Milano, la Moratti butta lì, impacciatissima ovverosia manovrata, l’accusa di furto e sovversione verso lo sfidante Pisapia. Sfidante, sì! Perché questa campagna elettorale ha tutta l’aria di un talent show, un Amici mal riuscito tra cantanti, damerini… e comparse. Ed è così che l’ex Ministro dell’Istruzione (giammai Pubblica) perde la “prima sfida” e non si capisce di chi sia la colpa.

Il “pubblico parlante” si chiede:

- di Berlusconi? Sì, perché ha accentrato l’attenzione mediatica sui suoi processi. No, perché è solo diffamato dalle Brigate Rosse delle Procure.

- della Moratti? Sì, perché quella mossa sporca su Sky si è rivelata un boomerang. No, perché gli elettori devono sapere tutta la verità.

- degli organi di informazione, pardon dei giornali? Sì, perché si sono concentrati sulle questioni personali. No, perché le questioni giudiziarie del Premier meritano di essere portate alla luce.

Ma allora è chiaro! La colpa è dei giudici! Anzi no. Di una minoranza di giudici di sinistra che, come oggi sa anche Barack Obama, tiene l’Italia sotto dittatura. La prova lampante? Luigi De Magistris. L’uomo dalle due colpe imperdonabili: essere collegato ad Antonio Di Pietro e soprattutto avere rotto quel bipolarismo tanto rassicurante per il Presidente del Consiglio, al punto da fargli credere ora che qualche hacker abbia manomesso la sua perfetta Matrix.

 

Dunque, il caos! Che, proprio come in uno show televisivo, tocca tutti: attori, cantanti, politici e spettatori che attendono fiduciosi il colpo di scena.

Partiamo da Napoli, dove il comico “fondamentalista” Simone Schettino viene annunciato insieme al neomelodico Rosario Miraggio (!) in uno show itinerante per rioni e quartieri, dal titolo esplicito “Noi siamo con Gianni”. Schettino però non ci sta. Dice di non sapere nulla delle finalità dello spettacolo e, giunto sul luogo del delitto, diffama pubblicamente Lettieri e va via. Intanto, qualche giorno prima, Roberto Vecchioni aveva cantato in piazza Dante a sostegno di De Magistris. E lui lo sapeva! E pure tanta altra gente! La squadra rossa vince dunque 2 a 0 su quella blu.

Tranquilli, c’è ancora tempo per la rimonta. Ed ecco che la squadra blu chiama da Miami il suo asso nella manica, il Santo protettore dei neomelodici, Gigi D’Alessio, l’uomo le cui canzoni sono scritte niente-popo-di-meno-ché con il boss poeta Salvatore Giuliano. Gigi dovrà fare due tappe di un mini-tour pro-Silvio. Peccato che la prima salti!

Un po’ come Schettino, “Gigino” arriva a Milano e si accorge improvvisamente che i leghisti sono contro i napoletani… Allora qualcuno, per pararsi le terga, gli suggerisce: “Dici che sei stato minacciato”. Il beniamino del popolo (non solo della libertà) però fa confusione, sicuramente a causa del jet-lag e mescola le due cose: “Sono stato minacciato dalla Lega”, dichiara.

Qualche ora dopo, Salvini, che già si pregustava il suo secondo posto (al Comune) si da delle martellate sui maroni (quelli con la M minuscola) ad Annozero e pensa di rimediare in extremis con un: “Si sarà confuso, voleva dire che è stato minacciato dalla sinistra. Io dovevo addirittura duettare con lui”. Risultato: Squadra rossa 3 – Squadra blu 0.

Il tempo stringe e le strategie devono divenire più argute. Si apre la cassa dei ricordi e si tirano fuori due cavalli di battaglia: rifiuti e terrore. A Napoli, Lettieri dice che il programma per “la munnezza” di De Magistris ricalca totalmente quello di Pecoraro Scanio… Peccato però che qualche settimana prima, lo stesso Lettieri aveva dichiarato che il suo programma non era scritto di suo pugno bensì era da lui stato affidato a un gruppo di giovani. E tutto questo per difendersi dall’accusa di avere copiato barbaramente il primo cittadino di Firenze, Renzi. Squadra rossa 5 – Squadra blu 1.

 

Ma il terrore no! Sul terrore sono forti! A Milano, si parla di moschee come luoghi non solo di culto, ma anche di costruzione di attentati. E poi ci sono gli zingari, appena arrivati dalle porte di Voghera, come ironizzava Crozza a Ballarò. .

A Napoli, addirittura, un attentato! Nella notte, un incendio colpisce uno scantinato dove è custodito materiale promozionale di Lettieri. Non siate malpensanti: è solo un caso che l’episodio ricordi la statuina del Duomo che non produsse sangue!

Squadra rossa 5 – Squadra blu 3. Anche se io un dubbio ce l’ho ugualmente… Avendo visto i caroselli dei teppisti inneggianti a Lettieri e i famosi “estremisti” che sostengono De Magistris, di cui fa parte anche il sovversivissimo Erri De Luca, mi domando: ma sono così coglioni quelli di sinistra? Sì, per la precisione “senza cervello”. Parola di Mr. B!

E c’è da credergli visto che non si sono neppure resi conto che gli zingari di Milano erano le comparse di Cologno Monzese. Inoltre, se ricordiamo che un’accusa simile di “coglionismo” gli costò la sconfitta contro Prodi: Squadra rossa 6 – Squadra blu 3.

 

Menomale che Gigi c’è! Questa sera, a Napoli, spetta a lui (e ai suoi “friends”, tra cui c’è anche Berlusconi) conquistare quel PdL al quale ieri ha voltato le spalle e mettere a segno almeno 3 punti riempiendo Piazza del Plebiscito contro quegli sfigati di sinistra che alla Rotonda Diaz ascoltano i 99 Posse, Teresa De Sio, gli A67, Enzo Gragnaniello (preceduti dai discorsi di Nichi Vendola, Antonio Di Pietro, Paolo Ferrero e Ignazio Marino) e si divertono con Giacomo Rizzo, Francesco Paolantoni, Enzo De Caro, Patrizio Rispo, Dario Vergassola e… Simone Schettino!

 

Sembra che sia improvvisamente crollata la scenografia del Truman Show. È come se ora vedessimo anche noi la cabina di regia, prima riservata solo agli addetti ai lavori.

E la cosa peggiore è che per la prima volta nella mia vita sono d’accordo con Silvio: qualcuno deve essersi intrufolato in Matrix.

Ma certo: è la democrazia, gente!

 

 

 

 

Alzati che si sta alzando la canzone popolare

se c'è qualcosa da dire ancora

se c'è qualcosa da fare

alzati che si sta alzando la canzone popolare

se c'è qualcosa da dire ancora

ce lo dirà

se c'è qualcosa da imparare ancora

ce lo dirà.

 

(Ivano Fossati, La canzone popolare)

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