"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Innamorarsi a Napoli, anzi a Ponticelli - Peppe Lanzetta

14.02.2010 14:10

Innamoratevi a Napoli. Sposatevi a Battipaglia. Divorzierete a Potenza. Napoli città degli innamorati.

Per la gioia di Alberoni e sua moglie. Macchine incolonnate aspettano di entrare in città. Gente smaniosa, single, depressi, abbattuti, ipocondriaci, gente insomma spenta che fa la fila perché ha saputo che a Napoli ci s'innamora. A via Petrarca come a piazza Ottocalli, al Borgo Sant'Antonio Abate e a via Nevio. Tutti assaliti dalla febbre dell'innamoramento. Li vedi addestrarsi alla Sanità o ai Vergini, chiedendo, domandando, questuando un po' d'amore. Ma non amore mercenario. Sia chiaro. Questi vogliono proprio il corpo di fulmine. E' arrivata la notizia che a Napoli ci s'innamora e il nostro eroe invece che a Lourdes sbarca alla Doganella, a Piscinola, o a Ponticelli. Deve stare con gli occhi aperti, gli diranno, perché in questi posti invece di innamorarsi rischia di infangarsi. E un amore di fogna, per quanto amore, è un amore che puzza. Ed ecco che gli innamoramenti vengono guidati, depistati, indirizzati da radiotaxi dell'amore. E questi novelli Paolo e Francesca vengono sbattuti su un pullman, taxi, metrò, e corrono lungo via Marina a un'appuntamento improbabile in un bar di quart'ordine, dove fra scannati, persi, coatti e postdatati entreranno vestiti in modo assurdo e con accento bergamasco o altoatesino, chiederanno d'una certa Elena o d'un tal Pasqualino. E gli astanti, capita l'antifona, pur di non perdere la "posteggia" si trasformeranno e diventano chi Elena, chi Pasqualino. E complici il barista e un'acquatonica usciranno sotto le stelle di Sanvalentino per appartarsi in una garconniere che sa di imbroglio. E' la Napoli che resiste, è la Napoli che s'innamora, che produce, che si diverte e s'industria. Non solo sgarri, coltelli e ammazzamenti. Occhi negli occhi, mano nella mano, toccate, manomorta, ti amo, ti adoro.

(Il Mattino, 14 febbraio 1995 - raccolta in Leggende metronapoletane, 1996)

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