"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


La varietà della vita nell’isola d’Ischia. Il popolo della biodiversità (articolo apparso sul quotidiano Il Golfo)

25.09.2009 19:51

 

Biodiversità, ovvero varietà della vita.

Analizzando il senso profondo di questo termine non possiamo che dichiararci esaltati dalla straordinaria ordinarietà che incontriamo nel nostro quotidiano. L’isola d’Ischia, da sempre considerata isola verde, conserva un patrimonio ineguagliabile di ricchezza e di sapori, che va dal coniglio da fossa ai fagioli zampognari, passando per gli ortaggi, le erbe e gli aromi, gli agrumi, il miele, gli allevamenti di maiali, pecore, capre, bovini e, ovviamente, il vino.

Parlare di Ischia come luogo “che vive” al di là del suo essere località di villeggiatura potrebbe rappresentare per coloro che non vi risiedono (ma talvolta anche per gli stessi abitanti) quasi al pari di un’eresia. Meglio sarebbe, però, considerare tale osservazione come una controversa novità. Se è inscrivibile in tale categoria una consapevolezza accantonata solo a partire dagli anni ’50 del secolo scorso.

Ischia è caratterizzata da un meraviglioso patrimonio naturalistico che, negli ultimi cinquanta anni, sembra aver smarrito la consapevolezza della propria straordinaria peculiarità, soprattutto agricola. Una storia di terra che ha consolidato i millenni nei quali ha preso forma la civiltà mediterranea. L’isola più popolata del Golfo di Napoli occupa una posizione strategica che ha affascinato navigatori micenei, fenici, greci, romani, arabi. A questi si sono, poi, sostituiti i viaggiatori della modernità, diversi, forse, solo per l’abbigliamento.

La veloce vandalizzazione di spicchi di territorio ha, però, superato a tratti la soglia del non-ritorno. Slow Food Ischia e Procida, condotta dedicata a Filippo Di Costanzo dell’associazione internazionale di cultura enogastronomica, ha deciso, dunque, insieme all’associazione di produttori Green Ground - Il terreno verde, di proclamare una nuova sfida. Il prossimo 2 ottobre arriveranno, tra gli altri, a Ischia Corrado Barberis, presidente dell’Istituto nazionale di sociologia rurale; Beppe Bigazzi, scrittore e conduttore televisivo di Raiuno; Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia; Gianfranco Vissani, grande cuoco e gastronomo; Sergio Staino, vignettista e padre fondatore di Slow Food con un obiettivo ben definito: accendere i riflettori sull’identità isolana attraverso le sue specificità agroalimentari.

Massimo Montanari, ordinario di Storia dell’Alimentazione presso l’Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”, afferma che il cibo è «il contatto più intimo che abbiamo con il nostro corpo». A Ischia si cercherà proprio di dare voce a tale consapevolezza, attraverso i pareri di altissimi esponenti della comunicazione enogastronomica.

La finalità cui si intende giungere è quella della sottoscrizione di un vero e proprio appello condiviso. Un appello rivolto soprattutto agli abitanti dei sei comuni ischitani e allargato in modo simbolico alle piccole isole d’Italia, affinché sappiano riscoprire e rendere produttiva, in termini ecosostenibili, la ricchezza dei valori del passato in una prospettiva futura. Una prospettiva che non può essere segnata da uno sviluppo turistico unidirezionale.

La tavola - quella rotonda della discussione - sta, dunque, per gettare il seme. Un seme che intende unirsi a chi, per sensibilità alle tematiche ambientali, intende percorrere un cammino in controtendenza alla cementificazione dilagante. Sono, infatti, numerosi i giovani contadini che, attraverso la propria passione, nell’ultimo quindicennio hanno recuperato le aree destinate a vigneto e a uliveto presenti sull’isola, consolidando i propri fondi collinari, delimitati da muri a secco secolari.

Per chi volesse assaggiare queste meraviglie con gli occhi, prima ancora che con il palato, possiamo solo dire che da lì si dipanano inappellabili tesori del gusto.

Tesori che coinvolgono! A giudicare anche dalle prime collaborazioni ottenute a livello locale dall’idea dello straordinario evento. Non solo grandi nomi, infatti, ma grandi piccole grandi opere si inscrivono in questa superba sfida. Una tra tutte: la partnership con l’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri della Ristorazione “Vincenzo Telese”. Gli allievi e i docenti si sono, infatti, uniti al progetto del meeting-evento attraverso la realizzazione di un cocktail che sarà servito il 2 ottobre come benvenuto ai partecipanti e ottenuto esclusivamente con l’utilizzo di erbe spontanee del territorio, raccolte e trasformate direttamente dall’equipe scolastica.

Nuove frontiere, dunque, iniziano ad aprirsi. Nella certezza che la gente dell’isola saprà rispondere a queste sollecitazioni che iniziano a giungere prepotenti.

 

 

 

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