"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Limbo

13.10.2009 21:02

È una sera strana. Non ci sono neanche le Pall Mall a tenermi compagnia. Oggi ho dovuto sperimentare un gusto nuovo. Nuovo, chissà. Sembra tutto già stantio.

Winston.

Il Limbo. Così mi dicono in tanti, così mi hai detto anche tu. Tempo fa. Parlando di qualcun altro.

Perché allora il Limbo non c'era. Io ero "due cuori e una capanna" e tu... Tu - non l'ho mai capito - forse già in un'altra capanna o in quella di sempre.

 

Ieri sera ho finalmente rivisto Iaia. È incredibile come più passi il tempo e più riesca a dirmi palesemente le cose che talvolta neanche io riesco a dire a me stesso. Almeno in parte, s'intende!

E poi, c'è stato quel biglietto. Auguri. E tutti i gesti che scorrono nel corso del fiume degli anni per finire nel letto dei ricordi e della costruzione di sé diventano parola.

Parola, non parole. Infinito il valore di uno scritto da chi le cose non le dice, le fa.

Parola, non parole. La prima si ricerca, le seconde si rifuggono.

 

Come quando squilla il telefono e un po’ te l’aspetti. Però cancella uguale qualsiasi altro pensiero. Nonostante da mesi non legga quel numero. Vorresti avere il tempo per capire quale delle due possibilità ti attenda. E ti interroghi su cosa possa dirti quella voce, cercando di tenere a freno il tuo istinto che interromperebbe senza troppi fronzoli l'ascolto di tutto il silenzio che ti avvolge.

 

Ma intanto ha già smesso di squillare. E tu ti senti ancora una volta sconfitto dalla tua paura di scoprire. Limbo. Certe decisioni vanno prese in fretta, come accendersi una sigaretta all’aria aperta quando il freddo ti congela anche fuori. E sai che da allora in poi qualsiasi gesto sarà puro masochismo. Così finisci col cercare di convincerti che in fondo avresti solo ricevuto un'altra ferita ascoltando cose che mai vorresti sentire. Le stesse che magari domani leggerai disegnate sui volti di chi quel nome ancora lo annovera come una coccarda tra i suoi contatti.

 

È un rischio grosso farsi incendiare la vita. Benedetti vigili del fuoco dell’anima! Stanno ancora cercando la mia casa in una landa sperduta. Ostacolati dal Limbo cittadino.

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