"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Maschio e femmina li creò

20.07.2009 17:39

Sono a Paestum e, dopo un giro ai templi e uno sguardo ai reperti del Museo Archeologico Nazionale, mi fermo, quasi per caso, su una panchina dell’area museale di fronte alla quale sono poste le cinque lastre della Tomba del Tuffatore, rinvenuta dall’archeologo Mario Napoli nel 1968. Guardando quelle immagini affrescate nel periodo attico (V sec a.C.) non posso fare a meno di pensare a Kinsey.

A pochi metri dai miei occhi ci sono, infatti, storie d’amore e di attrazione sessuale che ritraggono solo uomini. «E pensare che oggi l’omosessualità è vista come una cosa fuori dal comune. Qui la dipingevano addirittura sulle tombe!» sento dire dalla voce di chi mi accompagna. Non sono stato l’unico a notarlo. E questo un po’ mi consola, anche se mi spinge a interrogare me stesso su quanto tempo ancora dovremo sentire notizie di omosessuali pestati o addirittura arrestati solo per essersi scambiati una carezza in un luogo pubblico. È di queste ore la notizia che in Iraq 120 ragazzi stanno per essere condannati a morte solo perché non vanno a letto con una persona dell’altro sesso.

La chiarezza, si sa, non è una grazia di cui siano ricchi i nostri tempi. Soprattutto quando essa mette in gioco interessi che potrebbero fare cultura nelle masse, quelle stesse che, poi, decretano il vincitore nell’election day. Quelle stesse che, in un fremito di pacificazione della coscienza (la propria), si riconoscono sempre nelle parole di chi guida una comunità spirituale che rischia continuamente di trasformarsi in mera istituzione, la Chiesa Cattolica.

C’è chi continua a dire che i comunisti siano dei vigliacchi a difendere il ruolo degli omosessuali ma pochi si domandano, sia a destra che a (presunta) sinistra cosa sia la sessualità e cosa sia veramente l’attrazione. Eppure, per migliaia di anni, si sono scritti testi poetici, saggi, canzoni, scattate foto e girati film, esaminato scientificamente ogni millimetro del corpo. Ma la nostra concezione è ferma al “maschio e femmina li creò”, pari al “Fermati, o sole” di Giosuè che condannò Galileo come eretico. Il problema vero è che, oggi come allora, questi testi non si comprendono.

Alfred Charles Kinsey nacque nel 1894 e, laureatosi in Biologia, fu entomologo e zoologo. Nel 1947 fondò l’Istituto di Ricerca per Sesso, Genere e Riproduzione all’Università dell’Indiana dove era incardinato. La ricerca di Kinsey sui costumi e le abitudini sessuali degli uomini e donne degli Stati Uniti d’America ha profondamente influenzato il modo di pensare di molti Paesi, almeno quelli dove tale ricerca ha potuto arrivare sugli scaffali delle librerie. 18000 furono le interviste condotte. Una mole di lavoro impressionante, se si considera che un campione statistico è spesso contenuto entro le 1000 unità. 18000 storie, 18000 racconti, 18000 confessioni per arrivare a formulare una scala, dai risultati sensazionalistici.

Kinsey, riprendendo i concetti del metodo scientifico, decise di attribuire ai risultati dell’intervista un numero da 0 a 6 all’interno della quale scala 0 significava completamente eterosessuale e 6 completamente omosessuale. I rapporti trovarono che quasi il 46% degli individui maschi ha interagito sessualmente con persone di entrambi i sessi nel corso della vita adulta, e il 37% ha avuto almeno un'esperienza omosessuale. L'11,6% degli uomini di etnia caucasica (europei fra 20 e 35 anni) ha ottenuto un valore sulla scala di Kinsey pari a 3 (esperienze/attrazioni eterosessuali e omosessuali in pari quantità) nella vita adulta. Lo studio inoltre riporta che il 10% dei maschi americani è stato pressoché esclusivamente omosessuale per almeno tre anni tra i 16 e i 55 anni ovvero si posizionava nella scala tra 5 e 6. Al 7% delle persone di sesso femminile non sposate (età 20-35) e il 4% delle sposate (età 20-35) fu assegnato un valore sulla scala di Kinsey di 3 (esperienze/attrazioni eterosessuali e omosessuali in pari quantità). Dal 2% al 6% delle donne (età 20-35) erano pressoché esclusivamente omosessuali e dall'1% al 3% delle donne non sposate erano esclusivamente omosessuali.

In un’America puritana e proibizionista gli studi di Kinsey furono come la spada di Damocle che si abbatte sulla testa del mondo. Abbandonare il concetto della virilità americana e della happy family professata dagli operatori culturali non era un’operazione semplice né, tantomeno, immediata. Il rapporto Kinsey, una colossale opera in due volumi, aveva tuttavia anche altri risultati di non minore importanza. Il 62% delle donne, ad esempio, dichiarò di aver praticato la masturbazione e il 45% di essere in grado di raggiungere l’orgasmo entro 3 minuti. La frequenza media dei rapporti sessuali era di 2,2 a settimana e saliva addirittura a 2,8 negli intervistati al di sotto dei 20 anni. Kinsey stimò, inoltre, che almeno il 50% dei maschi americani aveva avuto rapporti extraconiugali e che anche il dato delle donne fosse impressionante: 26%. Più di una su quattro.

I dati finora citati furono raccolti essenzialmente con interviste strutturate in modo da mantenere confidenziali i contenuti e, poi, informatizzarli per l’analisi. Le statistiche furono costruite e interpretate più attentamente di quanto fosse d'uso a quel tempo e la riservatezza dell'oggetto estremamente protetta. In ogni caso, fu il soggetto stesso a rendersi sensazionale. L’immensa mole di materiali così costituita, comprensiva delle note originarie dei ricercatori, resta disponibile per gli studiosi al Kinsey Institute. Ciò che spesso si dimentica o volutamente si omette in merito ad Alfred Kinsey è che lo studioso non espresse giudizi su ciò che emerse dalla sua analisi, né positivi né negativi. Furono gli altri, invece, basandosi sui suoi dati e scoperte, ad asserire con aspro senso critico la depravazione dei costumi dei Paesi che guidavano il mondo. Pensare a donne che si provocavano il piacere da sole o a madri di famiglia che dichiaravano di avere rapporti extraconiugali avrebbe gettato nello sconforto una nazione che si prefiggeva come scopo quello di essere l’esportatore della democrazia e dell’etica nel mondo contemporaneo. Fu, così, che il Rapporto Kinsey entrò a far parte nella lista dei libri proibiti dell’età contemporanea, ossia fu escluso dai circuiti comunicativi di massa.

Nessun intento disfattista apparteneva allo studioso. Avrebbe esclusivamente voluto aprire gli occhi sulla possibilità di essere uomini e donne liberi, in grado di costruire amori e famiglie al di là del prodotto interno lordo, senza guardare a portafogli e mutui per la florida economia edilizia. Eppure, anche questo non andava bene. Lo dimostra il fatto che il senatore Bob Kennedy, nel 1968, a soli tre mesi dal discorso in cui affermava che “il PIL di una nazione può dimostrare tutto, eccetto le cose che sono veramente importanti per la vita”, fu assassinato.

Qual è oggi il pensiero intorno a Kinsey? Sembra gli sia stato finalmente riconosciuto onore al merito, seppure post mortem. Gli è stato addirittura dedicato un film… Già, ma un film che non passa in TV e un onore che non trova spazio negli ambienti accademici.

Se questo è il mondo contemporaneo...

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