"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Rifletto

22.01.2010 17:42

Un'isola di silenzio assordante nel cuore della metropoli. 

Di fronte a me uno specchio riflette il fuoco, simbolico funzionale mezzo di calore e nota di colore intonato nel brulicare vivace di una piazza mai ferma.
Le campane ricordano che la chiesa del centro antico si risveglia, sopita sotto la sua cupola ovale.
 
Il coraggio di schierarsi, di riformulare la propria esistenza, di reinventarsi. Cosa conta di più? Dov'è la verità? La vanità dei giorni e l'essenza dei pensieri sembrano correre su snodi di strade troppo distanti per incontrarsi.
Credere nella forza di se stessi, credere nel potere delle proprie azioni, fidarsi. Di un domani incerto. Della certezza di una delusione. Prendere il largo o girare ancora nell'infinitesimale cerchio delle medie sicurezze e di stentate virtù?
 
Guardo lui, la cui vita non si muove mai da questa piazza. E' il mondo a girargli intorno. La quantità di auto è il suo calendario e il suo orologio, un sotterraneo la sua abitazione, una pianta sempre fiorita il suo giardino, santini la sua chiesa.
Ognuno sceglie il proprio mondo perfetto. Perfetto. Fare per.
La perfezione è una continua ricerca, invincibile e necessaria enfasi di una civiltà banalizzante.
 
Rifletto. E questa parola mi spaventa. Significa, ab ovo, piegarsi due volte. Quante volte piegare la schiena per difendere coi denti i propri ideali? Quante per rinunciarvi?
 
Cala la sera. Il cielo si incupisce mentre scrivo da un'enclave di sicurezza. Una scialuppa.
Forse riflette anche lui. 
E lo fa da più tempo di me.

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