"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Scena prima

13.03.2009 19:42

Musica iniziale da “Eppure sentire” di Elisa. Si parte dal buio. Su di un telo inizia a leggersi una frase: "Il problema non è morire, è vivere. Alla fine la morte sarà come quando uno si addormenta... Sono i sogni a rendere sopportabile la vita". È di Vasco Rossi.

Buio. L’attore, presente già in scena, prende il suo pacchetto di Camel Blue e, poi, con un accendino, si accende prima la sigaretta e poi si fa luce con una candela. È vestito di nero.

La prima battuta viene detta al termine del brano musicale di apertura.

 

 

Lui: Qual è il momento in cui si decide di ricominciare? Domenica sera volevo farle sentire che ero ancora vivo.

 

 

Prende tra le mani il suo cellulare e va alla ricerca di quel messaggio inviato.

 

 

Lui: "C’è chi festeggia. Io vorrei solo poter ancora sentire il tuo profumo tra le mie braccia. Auguri!". La sua risposta?

 

 

Cerca l’sms ricevuto. Entra lei, bellissima, fisico quasi statuario, alta, occhi verdi, forme perfette, magra. È vestita di nero. Una flebile luce comincia a propagarsi per l’ambiente. I due non si guardano mai. Lei guarda direttamente il pubblico. Lui, anche se rivolto verso di lei, ha lo sguardo rivolto verso il basso, altrimenti guarda il pubblico.

 

 

Lei: Grazie. Scusa me, invece, per non averci pensato affatto. Nulla di personale, solo malumore.

 

Lui: Dopo due anni insieme e ad una sola settimana dalla tua decisione, questo è quanto pensi di me... Un "non averci pensato affatto". Prèvert diceva che l'amore è violento, calpestato, umiliato perché noi lo abbiamo violentato, calpestato, umiliato.

 

 

Pausa.

 

 

Lui: Stamani mi hai chiamato.

 

Lei: Solo per dirti che la libreria ti cercava.

 

 

Silenzio. Per la prima volta si guardano.

 

 

Lui: Come stai?

 

Lei: (sarcastica) Male. Come vuoi che stia? (cambiando tono) E tu?

 

Lui: Non me l'avevi mai chiesto neppure quando stavamo insieme.

 

Lei esce da sinistra senza dire altro. Parte una musica di sottofondo. È “L’amore non si spiega” di Sergio Cammariere”

 

 

Lui: Sto male. Ed il dolore cresce ad ogni istante. In ogni cosa che faccio, in ogni passo che percorro, vorrei averla al mio fianco. Ogni mio pensiero avvolge lei. (scuotendo la testa) Mi manchi, principessa. Ho sempre cercato di non spezzare l'incantesimo del regno fatato, anche se sapevo che questo prima o poi sarebbe successo. Perché sei troppo bella per poter stare solo con me.

 

 

Si sente distintamente il brano “L’amore non si spiega”. Sulle parole che danno il titolo alla canzone, lui inizia di nuovo a parlare.

 

 

Lui: (quasi arrabbiato) Ma neppure lo si capisce! Queste parole si propagano come onde che mi stringono lo stomaco.

 

 

Si alza e va ad aprire la finestra immersa nel buio.

 

 

Lui: Non è il momento di pensare.

 

 

Va verso un comodino immerso nel buio, dove prende un telecomando e preme un tasto.

 

 

Lui: FF - Fast Forward. Fast Forward. Avanti veloce. Fast Forward. Cambia musica. Fast Forward. Repentino mutamento. Fast Forward. Cazzo! Perché non c’è anche nella vita? Perché i ricordi si ostinano a rimanere quando non hanno più ragione di esistere? Perché non possono essere lavati via con un colpo di spugna? Perché ritornano come memoria sensoriale ad ogni odore, ogni rumore, ogni passo, ogni sapore, ogni sguardo più apparentemente insignificante? Perché… Perché… Perché.

 

 

Su queste ultime parole, risuona un’eco. La canzone di Cammariere si spegne su questo eco. Si sente l’attacco della nuova musica. È “Video killed the radio stars” nella versione dei The Cure.

 

 

Lui:intent at tuning in on you”. “Intento a sintonizzarmi su di te”. La metafora della mia vita!

 

 

Silenzio con musica.

 

 

Lui: Fast Forward. Cazzo! Neanche con gli mp3 funziona più!

 

 

Luce. Lui esce. La musica va ad alto volume sull’inciso di “Video killed the radio stars”.

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