"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Il secondo... Strega

20.05.2010 21:49

 Alla stazione di un treno.

Nel senso che ce n'è proprio uno solo che qui passa e si ferma.
Se non fosse per le Ferrovie dello Stato, intere genti correrebbero il rischio di essere completamente dimenticate. Così, invece, esistono almeno nell'immaginario collettivo.
Chissà chi ha inventato le Ferrovie. Chi si è arrogato l'arbitrio libero di salvare paesi dall'oblio e gettarne altri nella Geenna.
Cammina lento questo treno. E si ferma per troppo tempo.
Chissà perché, forse riflette. Osserva e ha ancora la forza di incantarsi. Come me ascoltando i discorsi di questi due. Michele, 60 anni, e un giovane della mia età stanno affossando le conoscenze culturali acclarate da millenni in un Voyager di confusione che va dalla Bibbia a Darwin.
E sembra una puntata di Zelig. O un dialogo di Beckett.
Anche questa è bellezza. Guardare il treno dall'interno mentre si alternano le storie, le telefonate e le credenze. Di ogni tipo.
E' antropologia.
 
Il treno è ancora fermo. Che metafora! E pensare che è reale.
In quanti abbiamo percorso distrattamente queste vie - e intanto lasciamo Solopaca - interrogandoci su quale meraviglia si celasse al di là di quei vigneti e di quelle colline. Con lo stesso sguardo di un bambino che schiaccia il naso contro il vetro. Oggi, forse, ce l'avrebbe puntato verso una Play Station.
Risuonano ampi echi di altri tempi qui dentro. Non troppo lontani. Avranno forse l'età di queste terre o fanno parte di una memoria collettiva, un'identità naturale che come il fuoco dei ceramisti di Cerreto forgia lo spirito umano.
Di fronte a me ci sei anche tu. Il tuo viso e i tuoi gesti, le tue abitudini e le espressioni sono quelle di 1000 donne fuse insieme.
 
E non più mille.
L'incanto si è spezzato. Il desiderio di non-contaminazione romantica si fa labile come l'inflessione familiare della lingua.
Noi che ora germogliamo qui, forse un giorno non saremo pilastri. Né monti.
Ma la potenza del sogno è tutta frastagliatamente disgiunta dalle opposizioni spaziotemporali: fast vs slow, bit vs carta, luce vs tenebre, maschile vs femminile, odio vs amore, morte vs vita. E sono tutte irrimediabilmente irrinunciabili.
O forse no. Perché come dice quello strano richiamo del destino: "Non rendere per te indispensabile ciò che ti reputa opzione". O giù di lì.
 
P.S.: forse sei una strega...

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