"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Inno all'Italia

23.05.2012 18:14

 

Voglio essere italiano come Giovanni Falcone

che era sicuro di potere sconfiggere la mafia.

Voglio essere italiano come Paolo Borsellino

che, pur sapendo di morire, ha continuato a lavorare per la giustizia.

Voglio essere italiano come Raffaele Cantone

che da Giugliano continua a lavorare solo per la giustizia.

Voglio essere italiano come Mena Morlando

che non aveva paura a camminare di sera per strada.

Voglio essere italiano come Giancarlo Siani

che aveva compreso il vero senso della cronaca.

Voglio essere italiano come Rosaria Capacchione

che dalle colonne di un giornale continua a raccontarci la realtà, rinunciando alla sua libertà.

Voglio essere italiano come Peppino Impastato

che sapeva urlare che la mafia è una montagna di merda.

Voglio essere italiano come don Peppe Diana

che, per amore del suo popolo, non ha taciuto.

Voglio essere italiano come don Luigi Ciotti

che visita l’Italia per liberare le nostre terre dal cancro malavitoso.

Voglio essere italiano come Giuseppe Garibaldi

che conobbe la vittoria ma si fermò sperando di fermare il sangue innocente.

Voglio essere italiano come Borys Brodosa

che lavora instancabilmente "a giornata" chiamando questo posto casa.

Voglio essere italiano come la folla anonima di datori di lavoro

che pagano prima i loro dipendenti e poi pensano al proprio guadagno.

Voglio essere italiano come quei docenti di scuole statali

che vivono la passione per l’insegnamento più come sfida che come lavoro.

 

Non voglio essere italiano come Bettino Craxi

che scappò via per non tirar fuori la melma della connivenza tra politica e crimine.

Non voglio essere italiano come Silvio Berlusconi

che non ha mai voluto rivelare da dove venissero i suoi soldi.

Non voglio essere italiano come Mariastella Gelmini

che ha accusato la scuola di fare politica partitica.

Non voglio essere italiano come Mario Borghezio

che urla slogan demagogici e che in un altro Paese non sarebbe mai preso in considerazione.

Non voglio essere italiano come Beppe Grillo

che urla slogan alla Borghezio, puntando sulla demagogia alternativa.

Non voglio essere italiano come Lorenzo Ornaghi

che sospende la notte dei musei ma non quella del calcio.

Non voglio essere italiano come parte dei tifosi di Juventus e Napoli

che fischiano l’inno nazionale e poi festeggiano nel giorno delle tragedie.

Non voglio essere italiano come Francesco Bidognetti

che beve acqua minerale mentre le falde acquifere vengono distrutte dai suoi affari.

Non voglio essere italiano come quei dipendenti statali che conosco

che dopo l’assunzione "diretta" fanno i loro comodi.

 

Voglio essere italiano

perché ci sono più buoni motivi per esserlo che per non esserlo.

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