"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


La Fabbrica del riscatto

28.01.2010 15:58

 Dall’Immacolata all’Epifania per Napoli è una rivoluzione. Soprattutto quest’anno, nel quale una nuova proposta ha arricchito il già ribollente vulcano metropolitano. È la Fabbrica delle Arti, un soggetto culturale innovativo che mira a dare voce alle giovani professionalità creative del territorio.

«La Fabbrica è un luogo di lavoro, officina e laboratorio, di creazione e produzione, di sperimentazione e sviluppo di nuove strategie d'incontro tra linguaggi, tradizioni e persone». Ad affermarlo è Giusi Laurino, ufficialmente direttore artistico della neonata realtà partenopea, ma nei fatti la sua mente e anima. Per vent’anni la Laurino ha diretto la Fabbrica del Lunedì, divenuto uno dei “punti d’arte” più ricercati della città e ora lancia una nuova sfida: «rendere più accessibile il prodotto artistico». È, forse, per questo che, quando parla di “luogo”, non possiamo che intenderlo nel senso di “costruzione di relazioni” teorizzato dall’antropologo Marc Augè, soprattutto dopo averne sentito le motivazioni: «Il mio intento», dice la Laurino, «è quello di una scuola altamente qualificata, simile a quella praticata nelle antiche botteghe, una formazione che consenta di strappare i giovani dalla scuola della strada».

E di progetti per rendere vitale quest’idea Giusi ne ha tanti. A partire dai due eventi che hanno letteralmente “rivoluzionato” negli ultimi mesi il contesto culturale partenopeo. Il primo, un “arts and crafts supermarket”, un merchandising culturale di prodotti realizzati da un laboratorio creativo di grandi nomi e giovani talenti: Renato Barisani, Fabrizio Caròla, Nathalie du Pasquier, Valerio Coppola, Luce Delhove, Maria Di Pietro, Chung Eun-Mo, Carmine Luino, Marina Elisabetta Mango, Gianluigi Masucci, Annibale Oste, Enrica Rebeck, Fiammetta Russo Cardone e Oreste Zevola. Con loro, artisti del Piemonte e d’oltralpe: «Siamo entusiasti di potere unire il Sud e il Nord promuovendo i giovani designer e i creativi», dice il direttore artistico, illustrandoci come la Fabbrica delle Arti, nata lo scorso mese di ottobre, si sia collegata al MIAAO – Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi di Torino sin dalla fase progettuale, al fine di «creare sinergia e condivisione per una rivoluzionaria strategia di diffusione del messaggio artistico».

A parlare sono, però, soprattutto i fatti. Oltre 1000 le persone presenti all’inaugurazione della Fabbrica il 24 ottobre e tanti i progetti messi in campo da subito. Come quello in collaborazione con la Fondazione Cannavaro Ferrara, presentato al MADRE - Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina di Napoli lo scorso 21 dicembre. Per “Campioni d’Arte” - questo il titolo - 30 artisti hanno donato la propria opera al fine di raccogliere fondi per costituire presso la Fabbrica un “atelier” formativo. Nato da un’idea di Luciana Siddivò del Centro culturale Remida e della stessa Laurino, il primo appuntamento dell’atelier mirerà a coinvolgere 30 ragazzi del rione Stella e del quartiere Sanità, i quali avranno l’opportunità di dialogare e collaborare con affermati artisti, giovani creativi e virtuosi artigiani, apprendendo con loro i trucchi del mestiere.

La Fabbrica delle Arti sembra, dunque, intenzionata a divenire un faro nel centro antico della città o, meglio, la sua fucina culturale. Un obiettivo che, riprendendo le parole di Enzo Biffi Gentili, direttore del MIAAO, si dimostra “equo e solidale”. Dedicato alle strade difficili. In tutti i sensi.

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