"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


L'Italia del 2008. Il Sole 24 Ore posiziona il Sud ad un passo dal precipizio.

29.12.2008 00:00

Benevento 81, Avellino 83, Salerno 90, Caserta 94, Napoli 97. È tempo di statistiche, rendiconti, classifiche. È tempo, insomma, della “solitudine dei numeri”. Confido nel perdono del Premio Strega Paolo Giordano per questa improvvida citazione.

Le cifre sopraccitate non indicano i vincitori delle lotterie natalizie delle Condotte ma i posti che le cinque province campane occupano nella classifica della vivibilità “delle 103” stilata annualmente da Il Sole 24 Ore. «La tradizionale inchiesta è basata su dati statistici che confluiscono in 36 classifiche (suddivise in sei tappe) e una pagella finale» avverte il quotidiano economico-finanziario. Lo scorso anno Avellino e Salerno erano all’ottantasettesimo posto, Caserta all’ottantaduesimo e Napoli all’ottantaseiesimo. Il risultato più entusiasmante è, però, sicuramente quello sannita. Benevento conquista, infatti, ben ventuno posizioni. Era penultima nel 2007.

La Provincia che legge meno? Prato. Non per andare contro i cugini toscani ma, visto che i dati negativi riguardano solo il Sud, meglio dire subito l’unica nota che non premia il Centro Nord. Scorrendo la classifica che vede Aosta al primo posto sembra, infatti, di leggere una cartina geografica. Il Nord occupa la vetta, il Sud l’orlo del baratro con Caltanissetta fanalino di coda. Ma cosa cambia dai 511 punti della “Vallée” ai 381 dell’isola? «Due Italie sempre più separate su redditi, imprenditorialità, servizi e ambiente, occasioni di svago e cultura, sicurezza e demografia» scrive Rossella Cadeo introducendo “il pagellone”. Se si vanno ad analizzare le modalità di compilazione emerge, però, un dato troppo spesso dimenticato dai profeti di sventura: l’unico metro di definizione della qualità della vita presente in queste classifiche è basato su standard quantitativi, non qualitativi. Non a caso Il Sole 24 Ore svolge quotidianamente questo genere di analisi. I risultati del dossier sono, insomma, fondamentali per comprendere il trend dell’economia nelle varie pieghe della nazione, ma non sufficienti per conoscerne tutte le caratteristiche del vivere quotidiano. «Le statistiche non dicono tutto. Anche quest’anno al confronto basato sui numeri si è affiancato il monitoraggio sulla percezione che i residenti hanno rispetto ad alcune tematiche». Lo afferma la stessa Cadeo indicando risultati ovviamente divergenti.

Giacché ci siamo, però, sfatiamo anche un mito! Non siamo più “brava gente”. Napoli è penultima, infatti, per numero di organizzazioni di volontariato. Quante persone si dedichino a quelle “poche” realtà e quanto lavoro svolgano, ovviamente, non è un dato “classificabile”. Un’ultima nota merita, infine, la classifica della ristorazione che vede al primo posto Imperia, seguita da Savona, Aosta e Verbania. Prima in Campania, unico voto alto delle pagelle, è Salerno al trentasettesimo scalino. Molto dopo tutte le altre: Benevento settantatreesima, Avellino ottantaseiesima, Napoli ottantasettesima e Caserta novantesima. Da dove arrivano questi numeri? Ci facciamo aiutare da un esempio: a Salerno ci sono 456,36 bar e ristoranti ogni 100.000 abitanti mentre a Caserta solo 336,37. Di qui il dato. Fast food o Slow Food? Poco importa a chi compila le classifiche economiche.

Non ci resta, dunque, che un augurio per il 2009: che un’altra economia sia possibile! Buon anno.

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