"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


«Nessuna rivoluzione. Slow Food riparte dalle condotte»

13.12.2008 00:00

Roberto Burdese discute le nuove prospettive dell’associazione

con il coordinamento regionale di Slow Food Campania riunito al MUSA

«Il 2009 sarà un anno difficile per le quattro crisi che spopolano nel mondo: ambientale, energetica, alimentare e finanziaria, ma su tutte Slow Food ha già detto qualcosa. La sua modernità sta nel guardare indietro e dal passato ispirarsi». Così esordisce il Presidente Slow Food Italia, Roberto Burdese, presente questa mattina al MUSA – Polo Museale della Tecnica e del Lavoro in Agricoltura di Benevento per presiedere il coordinamento regionale di Slow Food Campania al quale ha presenziato, tra gli altri, anche il Presidente di Futuridea, Carmine Nardone.

Le sensazioni raccontate da Roberto Burdese riportano subito alla mente il discorso inaugurale di Carlo Petrini a Terra Madre 2008: «La terza rivoluzione industriale sarà fondata sulle energie rinnovabili; l’unico settore da sempre legato ad esse è l’agricoltura e fungerà da esempio di design sistemico per tutti gli altri». Il Presidente nazionale ricorda come l’intero iter del movimento abbia sempre cercato, in oltre venti anni, di indicare al mondo i pericoli della globalizzazione, quelli che oggi sembrano evidenti a tutti e che delineano, secondo l’opinione comune, la necessità del “ritorno al locale”. «L’economia locale è stata la base di partenza per Slow Food e, forti del lavoro compiuto grazie alle condotte, oggi dobbiamo muoverci per non correre il rischio di essere superati. Non siamo chiamati a risolvere i problemi del mondo, ma a dire qualcosa sì». Gli obiettivi raggiunti da Slow Food nascono dalle idee e dalla forza del messaggio portato avanti da Carlin Petrini, eppure secondo il Presidente nazionale «oggi esistono le condizioni perché i meccanismi si invertano e siano le condotte stesse a proporre nuove grandi idee». Nessuna rivoluzione ideologica, dunque, ma ciò che emerge è una nuova priorità associativa, quella di censire il territorio grazie ad un’indagine effettuata dalle stesse condotte, le basi del movimento, al fine di ritrovare contadini, produttori, allevatori, uomini e donne virtuosi che, seppure non associati a Slow Food o inseriti nel circuito di Terra Madre, di fatto «sono già Slow Food». Concordano con lui i fiduciari presenti, i quali mettono in risalto il cambiamento verificatosi negli ultimi tempi dove, agli eventi organizzati dalle condotte, partecipano sempre più persone esterne rispetto ai soci ordinari. In merito ai Presìdi, Burdese ribadisce, poi, la necessità di creare una relazione forte con l’associazione ma soprattutto di essere forti in casa propria per poi pensare solo in un secondo momento ad una eventuale politica di export: «Terra Madre deve essere portata nelle condotte se si vuole che abbia ancora un senso l’incontro mondiale».

Al termine della riflessione arriva, così, un invito molto forte alle condotte prendendo spunto da una considerazione di Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, riportata nel suo discorso da Roberto Burdese: «Non dobbiamo stare nella carrozza ristorante a girare il bicchiere mentre il treno corre dritto verso il burrone. Dobbiamo darci un obiettivo anche quando facciamo una cena perché saranno le stesse Comunità a chiederci dove eravamo quando scomparivano gli angoli verdi a favore della cementificazione e quando i bambini a scuola mangiavano il cibo delle macchinette».

L’incontro di questa mattina ha rappresentato, infine, un’opportunità per programmare una sinergia tra Slow Food Campania e Futuridea. Dalle parole di Gaetano Pascale e Carmine Nardone è emersa, infatti, la volontà di costruire insieme una comune visione di intenti finalizzata a mettere in rete i talenti che, dall’una e dall’altra parte, mirano a costruire un presente sostenibile. O, semplicemente, migliore.

—————

Indietro