"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Quant’è buono il roccocò! Usi e costumi delle tavole di Natale in Campania.

19.12.2008 00:00

Una sciarpa per la mamma, il solito portafogli per il papà, un gioco sparatutto per i ragazzi, fiocchettini e carta da regalo in quantità. Signore e signori, se sentite odore di fritto in tutta la casa, non ci sono dubbi: è arrivato il Natale! Ve ne eravate accorti?

Crisi economica o no, secondo i dati forniti da Il Sole 24 Ore, sono solo 5 milioni coloro che trascorreranno la sera della vigilia o la giornata del 25 in un ristorante fuoriporta. Almeno l’80% degli Italiani, infatti, passerà queste festività in casa e, se è vero che a Natale siamo tutti più buoni, troverà spazio anche per la propria fede religiosa. Eppure, tra ricchi e poveri, credenti e agnostici, tradizionalisti e progressisti, un solo dato statistico è inoppugnabile ed accomuna tutti: la preoccupazione per il cenone!

Sono ormai giorni che le donne di casa o gli uomini alla moda hanno compilato la carta dei grandi acquisti alimentari per la due giorni di cibo più calorica dell’anno. Ma quale cibo? Le Condotte Slow Food della Campania hanno pensato bene di fornirci i loro dati suddivisi per territorio grazie alle numerose cene organizzate in questi giorni in cui si sono anticipati i piatti della tradizione. Buoni, puliti e giusti, s’intende! Sulle tavole della “vigilia” non potrà mancare il pesce: fritto o all’acqua pazza, il baccalà regnerà incontrastato sulle mense delle Cinque Province. E neppure le ostriche o il salmone riusciranno ad allontanare il piacere di mangiare, almeno una volta l’anno, il capitone. Il primo piatto della vigilia sarà, invece, riservato agli spaghetti con le vongole mentre, per i meno tradizionalisti, c’è spazio anche per scampi e astice. Se è vero, poi, che mangiare tanto debilita chi non è più abituato alla buona tavola a causa di una vita troppo frenetica, ci si riprende tutti con una bella insalata di rinforzo e, mentre si aspetta la mezzanotte per aprire i regali e deporre il Bambinello nel Presepe, struffoli, roccocò e ciociole, ossia semi di zucca, noci e nocciole.

A Natale, si sa, puoi anche non pensare alla dieta. E infatti dopo qualche ora si riprende a mangiare! Con un pranzo a base di minestra maritata, cappone e broccoli. Un’ultima avvertenza: lucidate i bicchierini! Tra un bicchiere di limoncello ed uno di “sette spiriti”, infatti, queste feste sono il momento più adatto per (de)gustare la grande produzione alcolica casereccia, essendo certi che passerà tempo a sufficienza tra il cicchetto mandato giù e la messa in moto della nostra auto.

Panettoni e pandori? Non sono banditi, ma mostaccioli e dolci di Natale delle nostre terre hanno un posto di preferenza. Cene e pranzi, insomma, sono riservati alle famiglie, così come erano fino a qualche tempo fa, prima delle riduzione al nucleo. E anche gli alimenti devono essere familiari. Le altre ore della giornata, invece, senza più distinguere mattino, pomeriggio, sera o notte, sono per gli amici. Come a dire: struffoli coi tuoi e pandoro con chi vuoi.

Buon Natale… facendo in modo che lo sia per tutti.

 

—————

Indietro