"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Scena sesta

08.03.2009 00:00

Narratore: E ‘a povera Diana nun aveva tuorto!

Però, amava troppo suo marito e non voleva più rischiare di perderlo… pe’ na zandraglia!

 

 

Parte una musica di sottofondo

 

 

Narratore: Decise, quindi, di aiutare Virbio a costruire una piccola barca a vela solida e spaziosa (a queste parole, i tre protagonisti mimano la scena) e, insieme, decisero quali fossero le poche cose da portare via.

Cù rammarico e dedizione, poi, Diana mettette sette alberi di Melo in altrettanti

vasi di argilla (un vasetto è affidato da Diana ad Epirotina) e ddint’a chisti vasi ebbe premura di mettere del terreno per ben preservare e far crescere gli alberi.

Partirono, così, salutando la patria abbandonata e andando incontro a “n’atu pizzo ‘e munno”.

 

 

Il narratore viene messo in ombra ma continua a parlare.

Una musica che era già iniziata in sottofondo si fa ora più insistente.

 

 

Narratore: Partirono dall’Epiro, costruirono una barca e attraversarono un mare pieno di pericoli: Nettuno - mamma mia che paura - voleva a tutti i costi far naufragare la barca, con l’aiuto del suo amico Eolo, pur di non perdere la bontà di quel frutto!

 

 

La scena è animata da un forte vento.

 

 

Nettuno: (risata tonante) Cosa credete di fare? Sfuggire a me nel mio stesso regno?

 

Epirotina: Mamma, ho paura!

 

Diana: (stringendola a sé) Non temere piccola.

 

Virbio: Nettuno, la tua ira verso di me è ingiusta. Non hai rispetto neppure di mia figlia?

 

Nettuno: Ingiusta? Stai trafugando dal giardino greco il suo albero più prezioso. Depositalo nuovamente sulle coste dell’Epiro ed allora potrai ottenere tutto il mio aiuto e la mia protezione… per tua figlia!

 

Virbio: Ma i frutti di quest’albero sono stati trafugati per motivi ingiusti!

Nettuno: Non mi importa!

 

Virbio: Ma ti ho lasciato quasi tutti i miei alberi di melo perché tu possa continuare a gustarne i frutti a te tanto cari. Perché ostacoli il mio viaggio?

 

Nettuno: Non ne voglio di quegli alberi. Voglio solo quelli che hai portato con te! (tuona) Virbio, torna indietro se vuoi salva la tua vita e quella della tua famiglia!

 

Diana: (intervenendo, stringendo tra le braccia Epirotina) Nettuno, lasciaci passare!

Faremo conoscere i tuoi frutti ad altri Dei e sirene che li apprezzeranno e ti saranno riconoscenti!

 

Nettuno: Diana, tu sai quanto mi è caro il tuo nome, forse più di quello della

stessa Afrodite, ma non potete scamparla. Lasciate quei frutti o morirete!

 

Diana: E va bene! L’hai voluto tu!

 

 

Diana apre un vasetto dove sono contenuti gli alberi e col suo soffio indirizza verso Nettuno ed Eolo il loro profumo.

Il mare si calma e Diana prende tra le braccia Epirotina per farla addormentare.

Un passaggio musicale da forte a dolce sottolinea il momento.

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