"Ciò che si fa per amore è sempre al di là del bene e del male" (F. W. Nietzsche)


Visione

12.06.2010 01:18

 Talvolta sono propenso a credere che non sia fantascienza. 

Matrix, intendo.
E' come se avessi l'impressione di trovarmi in un mondo costruito apposta per essere il migliore di quelli possibili. Non che sia io a dirlo, è tutta colpa di Leibniz. Che non è quello del biscotto. Pur volendo, si scriverebbe in un altro modo. 
Il migliore proprio perché ci consente di immaginare come potrebbe essere quello perfetto senza permetterci di afferrarlo.
 
Programmati per eseguire in loop un film già visto ma che assume ogni volta volti nuovi. Gruppi sociali che si formano stereotipandosi volontariamente. Il fighetto e il belloccio si uniscono sempre ai non-belli-ma-simpatici e cercano, come ciliegina sulla torta, il "soggetto". Chi li assortisce così? Esiste una mano che supera la nostra intelligenza e fornisce a tutti le stesse risposte?
Questa notte, rivedendo nella mia mente il girato della giornata, mi rendo conto di quanto sia semplice la visione cinematografica. E al tempo stesso complessa. Perché, appunto, occorre vedere. E la visione va al di là del semplice gesto del guardare. 
Visione è ciò che si pone tra l'essere e il tempo. Visione è riuscire a percepire l'ermetismo del mondo. Visione è fare sintesi, raccontando nell'essenza di un unico occhio quanto viviamo nel dipanarsi continuo dei cinque sensi.
 
"La vita più intensa è raccontata in sintesi dal suono più
rudimentale: quello dell’onda del mare che da quando si forma muta ad
ogni istante". 
Mentre scrivo colgo queste parole sullo schermo caldo di un notebook quasi infuocato dall'afa pressante. E' un segno. E' Italo Svevo. 
C'è qualcun altro, in qualche posto nel mondo che, seduto di fronte al suo attira-pensieri, si lascia invadere dalle onde. Della mente. Del cuore. Di Matrix. 
Forse ci dev'essere stato un bug nella programmazione. 
Ormai non lo so più. 
Ma qualsiasi sia la verità, quel che è certo è che non basta una vita per potere godere di tutte le risposte.
 
Io questa notte sono seduto su una spiaggia e mi sembra di sentire l'odore del sale che arriva dal mare che vuole accarezzarmi. Non è buio, no. C'è una pioggia di stelle pronta, lì, a cadere. "Venite, è ora", sussurrro loro urlando. Ed ecco Marco, con la poesia pura che solo un piccolo principe di 7 anni riesce ad avere, che dice: "ma quello è il cielo... ora ci faccio qualcosa"!
 
Sorrido e gli occhi sono già umidi. Non so se sia per il mare o solo per la stanchezza di rendermi conto che sono ancora qui. Forse con una coscienza diversa. Forse solo con la consapevolezza di essere fatto "della stessa sostanza dei sogni".

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